Siccome io in Italia ci sto poco (e fo del mio meglio per starci meno), quando ci torno vedo una quantità di cose che probabilmente gli stanziali non vedono più. Una di queste è la seguente. Deambulo spesso, occupato in quotidiani compiti, nel mio quartiere di Rifredi, Firenze. Son dotato di vasta massa corporea, sviluppata, fortunatamente, più in altezza che in larghezza (anche se quest’ultima è superiore ai miei desideri) e l’ultima cosa che di me si possa dire è che passo inosservato. Orbene, nonostante ciò, vengo investito, con sorprendente frequenza, da passanti che sembrano poco interessati a dove mettono i piedi. Numerosi i casi specifici. Vi è la signora che scrive un SMS e che devo avvisare con un fischio perché mi si dirige contro con veemenza; vi è l’altro che esce impetuosamente da un negozio e che mi travolgerebbe, se non pesasse due terzi del mio peso; un terzo parla con un conoscente e, nei saluti, incomincia a camminare continuandolo a guardare e mi viene fra i piedi. Molti, pur guardando davanti a sé, mi investono senza apparente motivo. I più, a coppie, parlottano fra di loro e proprio non mi vedono.
E, badisi bene, non si tratta mai di marciapiedi affollati. Anche in distese spopolate, riescono a centrarmi, come se lo facessero apposta. Ma non è così. Altri si soffermano a contemplare il paesaggio sulla porta di pubblici esercizi e bisogna spostarli di peso per entrarvi od uscirvi. Tutti, comunque, dopo l’urto o il richiamo, si scusano, contriti. Ho parlato del fenomeno con amici pedestri ed acuti osservatori, che me l’hanno confermato.
Una spiegazione è necessaria a cotanto sproposito. Si può naturalmente eliminare un improvviso e generalizzato affievolirsi dei sensi. La causa deve quindi essere psichica e non sensoriale. Si potrebbe pensare ad un risvolto dell’imperante berlusconismo. Quella mentalità che fa dell’egoismo e dell’indifferenza agli altri la sua caratteristica principale. Ma io conosco bene i miei rifredini. Son persone sensibili e pur un tantinello ignoranti, son rispettosi del prossimo e di indole gentile. Quindi la spiegazione non può stare che nel panico in cui vivono. Son talmente preoccupati dalla situazione corrente che paiono vagare senza meta, gli occhi sbarrati nel vuoto, indifferenti, addirittura inconsapevoli di ciò che gli succede intorno.
A questo punto siam giunti, in questo sconsiderato paese.
io che in italia ci sto parecchio, posso dirti che hai visto giusto.
RispondiEliminadei rifredini non so, non li conosco, ma conosco la moltitudine che vive nella via padova di milano.
io sono diventata una grande slalomista, ma la cosa che mi fa venire voglia di mordere è quando hai le mani occupate da borse della spesa, o dal carrello con l'ombello perchè diluvia, o da qualunque altra cosa che t'impiccia e ti pesa e non ti fanno passare perchè sono occupati a passare le ore sul marciapiede persi in chiacchiere. più sei ingombrante più non ti vedono...se per questi sia panico , non lo so
bhè, consolati, fra i tanti che ti hanno pesticciato, mio figlio non c'è: lui oggi ha preferito un palo...
hallo
RispondiElimina....ma chi ha portato la neve?
Caro Marco, chissà che il pesticciamento non sia un "avviso di presenza". A Rifredi c'è qualcuno, benedettiddio! E magari se non ti pesticciassero te ne verrebbe un vago senso di solitudine, non so. Sono meno sociologo di te, non so trarre conclusioni da un pestapiedi, anche se ripetuto.Certo è vero che siamo bersaglio di talmente tante sollecitazioni che la concentrazione è diventata difficile per tutti. Troppi stimoli, tempo zero, solo fretta, urgenze. ansie... non è facile per nessuno, per cui ci vuole comprensione anche per chi, talvolta, mette i piedi dove non dovrebbe.
RispondiEliminaCerto che li comprendo i miei rifredini, ma la reciprocità mai è cosa santa cme in questi casi. Per inciso, Rifredi ha dato i natali a Paolo Poli, Conti, quel tipino della televisione e, credo, Albertazzi. Tutte personcine riservate. Forse il problema è cultural-genetico di antica data....
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