Ho mandato questo messaggio a Napolitano (dal sito della Presidenza della Repubblica) , pregandolo sommessamente di intervenire.
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Caro Signor Presidente,
immagino facilmente la sua costernazione per il livello di scontro istituzionale, mai raggiunto prima, che è capitato di dover affrontare proprio a lei. La mia solidarietà.
Non mi soffermerò sugli aspetti politici o giudiziari della vicenda Berlusconi/ragazze; molti altri lo stanno facendo.
Spendo una parola, invece, sugli aspetti psicologici, vorrei dire psichiatrici, della vicenda. E basandomi esclusivamente sulle ammissioni spontanee fatte da Berlusconi e da molti altri della sua corte. Mi riferisco alle frequenti cene, innocenti e gaie, nelle dimore di Berlusconi a cui erano invitate, in gran numero, avvenenti fanciulle che vogliamo immaginare pudiche e castamente vestite.
L’Onorevole Iva Zanicchi afferma, sic et simpliciter, che a Berlusconi piace la carne fresca. A chi non piace? E’ facile affermare che piace anche a me e certamente non dispiace nemmeno a lei, Signor Presidente.
Lei ha qualche anno di più di Berlusconi, io assai di meno; eppure io non organizzo di tali cene e, son sicurissimo, nemmeno lei. E non solo perché non ce lo possiamo permettere economicamente.
Non lo facciamo perché esiste un sentimento che si chiama senso del ridicolo che ci avverte di ciò che è accettabile nella nostra società e di ciò che è disdicevole ed inopportuno. In altre società e tempi storici non sarà così, ma a noi è dato vivere in tali circostanze e noi, esseri socialmente responsabili, ci adeguiamo. Anche volentieri e senza rimpianti.
Il fatto che Berlusconi non si adegui non è certo segno di libertà, di anticonformismo, di larghe vedute che anticipano un futuro desiderabile. E’ un segno inequivocabile di una seria malattia mentale che lo rende incapace di far parte della società come essa è costituita ora e qui.
Mi pare che Berlusconi sia un pover’uomo affetto da profonde turbe che gli alterano la visione di sé e del mondo. Un uomo in questa triste situazione non solo non è in grado di prendere nessuna decisione accertata, ma, se lasciato senza cure, fa del danno a sé stesso e a chi gli sta vicino. Poco importa se sia solo la sua famiglia o un paese intero. Anche la sua ex-moglie si esprimeva in questi termini.
Se un Presidente del Consiglio cominciasse a dar segni patenti di, ad esempio, Alzheimer, lei non porrebbe indugi nel sollevarlo dal suo incarico e affidare lui alle cure adeguate ed il paese ad un nuovo Presidente del Consiglio.
E’ giunto il momento di fare la stessa cosa con Berlusconi. Lei ha il potere di chiedere ad una commissione di psicologi e di psichiatri un parere sullo stato mentale di Berlusconi ed io non ho dubbi che il rapporto della commissione le permetterebbe di dimettere Berlusconi o, se ciò non fosse permesso dalla Costituzione, di sciogliere le Camere ed indire nuove elezioni.
Signor Presidente, lei ha questo potere e questa responsabilità. La prego di esercitarli.
Le rinnovo la mia solidarietà e la ringrazio molto,
Marco Giovannoni
Bellissima! Sei un po' scaduto laddove parli che pure a Napolitano gli piacerebbe la carne fresca...Ritegno, caro, ritegno. E' pur sempre il babbo della patria...
RispondiEliminaTutto il contrario. Nelle società contadine arcaiche il babbo si faceva le figliole. Poi abbiamo capito che era più sano smettere. C'e' chi questo non l'ha chiaro...
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